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Gemma e nuovo un colore

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Quel brillante suo fianco 

ed il sorriso bianco, 

gli eleganti alti zigomi 

d'un testo sacro epitomi.

 

Luna scura tradivi; 

dietro il tiglio languivi,

ché dal foglio respiri 

sussurrando deliri .

 

Mischi odore a sapore 

mescendo vaghi brividi 

nella coppa d'un giglio. 

 

Nel mio ventre c'è un figlio, 

petali bianchi e lividi,

gemma e nuovo un colore. 

 Klara Rubino - 23/12/2018 10:39:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Così rintronata son stamattina
e dovrei risponderti in rima?!
Vedi? Al massimo un’assonanza
Mentre giro con la tazza per la stanza
Che non so dove posare: ho l’influenza
Alla vigilia della vigilia
E tutti a casa mia...Mirabilia !
Ma dove vai con la moto?
Fa freddo! Io non l’ho mai avuta,
solo, rosso bordeaux un motetto!
Comunque la lode c’era !
Mi auguro fosse sincera!

 Alberto Becca - 22/12/2018 21:53:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Gentile Klara, scendo dalla moto / ed a questo testo dono un voto / Una votazione sicuramente meritata / una menzione d’onore sdolcinata / un bel centodieci con o senza lode / a questo sonetto-mottetto-ode / Un voto da perfetto incompetente / Voto di simpatia, voto chiaramente / condizionato da molteplici fattori / noti o ignoti, da gioie e dolori / di chi a scuola nientepopodimeno / prendeva a stento un sei meno meno

 Klara Rubino - 21/12/2018 09:07:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Complimenti per il coraggio che mostra la sincerità del vostro commentare.
La prima frase che avevo di getto scritto in risposta l’ho cancellata per evitare polemiche, rendendomi conto che Lorenzo si riferiva ad una "incompetenza" relativa alla forma specifica in questione.
Non condivido il suo ragionamento concepito in una sorta di futuro anteriore ipotetico o eventuale; avente la conseguenza diretta di inibire ulteriori altrui interventi in proposito.
È sempre preferibile inoktre la via d’azione che scarta il negativo e approfitta del positivo.
Le parole di Salvatore mi fanno enorme piacere, quelle di Ferdinando le condivido pienamente.
Infatti questa poesia nasce da un’altra in versi liberi, è un po’ variata, ma la fonte dell’ ispirazione è quella.


Il tuo volto
di Klara Rubino




Pubblicato il 14/02/2016 14:35:02

Il fianco suo brillante
appariva carnoso
dallo spacco della veste
scura, tradiva, la luna stasera. 

...un sensuale sorriso...
tardiva io, non posso che
appoggiare la fronte
al foglio e respirare. 

Dedico il suono di queste linee ai
tuoi zigomi eleganti
rotondi e luminosi
come nuvole bianche.

È un Mandala il tuo volto; 

disegni di salsedine
sulla pelle delle braccia
da percorrere appoggiando
le labbra, a piccoli passi. 

Odore ovunque sapore
che pizzica i miei polmoni
da dentro, giacché il tuo nome
è un Mantra, della mente ascia

che fende la sabbia che
s’ accumula e s’ avvalla
continuamente è un grido, 
acuto e scuote il reale.

Spiraglio, spiffero, freddo e
brividi; ardente presenza.
Sbatto lo sportello, gli occhi a
terra, :" Che bastarda luna! ".




 Ferdinando Battaglia - 21/12/2018 06:10:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Opinione di un lettore incolto:

Il sonetto non è poesia, non è la Poesia; il sonetto è una delle forme possibili in cui l’ispirazione poetica ovvero la Poesia può o potrebbe "abitare"; ridurre la Poesia alle sue forme ovvero ridurla a mero lavoro d’artigianato è, a mio miserrimo parere, alienare la Poesia dalla condizione umana. Se la Poesia fosse solo nelle sue forme e, tra queste, la perfetta fosse il sonetto, ridurremmo la scrittura in versi a invenzione l’Enigmista o, peggio ancora, algoritmo binario nel respiro elettronico d’un automa. Infine, anche le forme chiuse hanno le loro variazioni legittime, poiché non è il poeta per la forma (parafrasando il Vangelo), ma la forma per il poeta.

Auguri di buone feste a te, Klarissima e a tutti i tuoi lettori.

 Salvatore Pizzo - 21/12/2018 01:46:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Non so se faccio peccato se dico che mi piace: la trovo alquanto straniante, quasi lunare Al di là o al di qua che si possa definire d’un genere o altro. A partire dal titolo che suona strano, quasi un tocco di campana nel buio frastornante.La chiusa, poi, la trovo magistrale...
Non lo so se ti sto "esaltando" o meno, però, spero, si perdoni almeno la mia sincerità nel dire...
Tantissimi auguri per le festività a venire.

 Klara Rubino - 20/12/2018 09:55:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]


Dietro il tiglio languivi,
sussurrando deliri
che dal foglio, respiri
luna scura, tradivi.

Sguardi d’argento, vivi
e tutto il colle miri
come un rondò i sospiri
tra quei rami giulivi.

Mischi odore a sapore 
mescendo nubi e stelle
nella coppa d’un giglio. 

Gemma a nuovo, un colore
di petalo la pelle
nel mio ventre c’è un figlio.

 Klara Rubino - 19/12/2018 19:28:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Per correttezza chiarisco che ho eliminato quel "Sì" del secondo verso che avevo aggiunto all’ultimo, evidentemente per una malefica distrazione!
Sai mi accanisco nel genere proprio perché qualcosa sempre mi sfugge!

 Klara Rubino - 19/12/2018 17:52:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Zigomi; epitomi;brividi; lividi; sono tutte parole sdrucciole, settenari sdruccioli, accento su sesta, otto sillabe.
Sulle rime del quartine hai ragione, ma una variazione tale penso sia accettabile, tuttavia se ti turba elimino la dicitura tecnica del sonetto minore in settenari.
Grazie.

 Lorenzo Tosco - 19/12/2018 17:00:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Gentile Klara, malgrado i tuoi generosi sforzi, devi fare ancora un lungo cammino di correzioni. Hai voluto testardamente definire la tua poesia "sonetto in settenari", in realtà non è nè un sonetto nè è composto in settenari. Secondo lo schena classico il sonetto si compone di due quartine che devono rimare fra loro e i settenri assolutamente non li vedo, poichè "ed il sorriso sì bianco" come "gli eleganti alti zigomi" sono versi ottonari.
Ti considero una bravissima poetessa, però ti vuoi cimentare in poesie che appartengono a un genere che devi ancora attentamente studiare, quindi ti consiglio, fintanto che non avrai una più precisa visione e competenza, di omettere la errata definizione del genere stesso (sonetto in settenari).
Molti ti esalteranno, ma sono assolutamente digiuni di conoscenza dei generi poetici, e tu proseguirai così nell’errore. Quindi non avercela con il sottoscritto che tenta di indirizzarti nel giusto modo, avendo compreso il tuo valore lirico, e cerca di dargli retta... senza mandarlo a quel paese (come m’immagino) per le sue intrusioni che non ti permettono di godere di commenti d’incompetenti.

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